Alcune viste delle
sale...
... e delle ricostruzioni
di laboratori di ricerca con apparecchi
d'epoca.
Curatore: Prof.
G. Pegna. Il Museo è sito nel Dipartimento
di Fisica, Città
Universitaria, 09042 Monserrato (Cagliari).
Sono in esposizione
più di 250 fra apparecchi e strumenti del '700
e dell'800 ricuperati
e restaurati, con lungo, paziente
e appassionato lavoro
dal Prof. F. Erdas. E' in atto il ricupero,
il restauro e la catalogazione
dell'immenso patrimonio
strumentale del '900.
Disponibile a richiesta il Catalogo in
due prestigiosi volumi
e su CD-ROM. Quest'ultimo comprende
anche informazioni,
immagini, animazioni relative alla nuova
sezione interattiva
creata dal Curatore. Il Museo di Fisica fa
parte, con gli altri
Musei Universitari, del C.I.M.A.S. (Centro
Interdipartimentale
dei Musei e dell'Archivio Storico),
direttore Prof. Luisa
D'Arienzo. E' in fase di costituzione
l'associazione "Amici
del Museo di Fisica". Per informazioni,
visite guidate, appuntamenti:
Prof. Guido Pegna,
tel. 070/675.4775-4838-4903,
fax 070/51.01.71,
e-mail
pegna@unica.it
Il Museo è stato
ammesso recentemente alla collaborazione ECSITE
the European Collaborative
for Science, Industry and Technology Exhibitions
La
Dinamo di Pacinotti
del
Museo di Fisica di Cagliari
La Dinamo di Pacinotti
Questa è la
copia costruita dal Sig. C. De Rubeis dell'Università
di Cagliari. Il Sig.
De Rubeis è un competente e illuminato
costruttore di apparecchi
e di modelli storici.
Il Tornio di Pacinotti
Questo è il
Tornio con il quale Antonio Pacinotti costruiva
con le sue mani le
sue macchine, fra cui la famosa Dinamo
di cui sopra. E' un
tornio a pedale, ca. 1860. Proprietà
del Dipartimento di
Fisica dell'Università di Cagliari.
Fu acquisito al "Gabinetto
di Fisica" su specifica richiesta
di Pacinotti al Rettore
dell'epoca e come condizione per
venire a Cagliari..
Il Laboratorio del Museo di Fisica...
Questa è la
grande stanza in cui vengono costruiti tutti gli
apparecchi ed exhibit
mostrati in questo sito. Le macchine
di cui disponiamo
sono: una macchina combinata per la lavorazione
del legno, un tornio
da banco, trapano a colonna, varie mole smeriglio,
seghe diamantate per
vetro e quarzo, fiamma ossidrica, attrezzi manuali.
...e
i Magazzini del Museo
x
dove vengono conservati
gli apparecchi ancora da restaurare
o non esposti per
avvicendamento.
La
prima Calcolatrice
dell'Istituto
di Fisica di Cagliari
Questa è
la prima macchina calcolatrice usata nell'Istituto di Fisica
dell'Università
di Cagliari a partire dagli anni '30. Marca "Antares",
eseguiva laboriosamente
anche moltiplicazioni e divisioni.
Vetrine
tematiche
Questa è una
bella vetrina contenente Tubi a Raggi X
sia antichi che più
recenti con accessori.
Grande
rocchetto di induzione
per
Tubi a Raggi X
Questo rocchetto di
induzione era alimentato a 110 V in c.c.
da una grande batteria
di accumulatori che occupava interamente
una sala del sotterraneo
del vecchio Istituto di Fisica. La corrente
primaria veniva interrotta
da un interruttore a turbina
a sbattimento di mercurio,
ora in fase di restauro.
L'alta tensione secondaria
veniva raddrizzata da un sistema
di spinterometri rotanti
sincrono con l'interruttore del primario.
Le batterie venivano
ricaricate con gruppi motori-dinamo (uno
principale e uno di
riserva) sistemati nella "Sala Macchine" insieme
al quadro di controllo,
grande come un'intera parete.
Interruttore-raddrizzatore
per grandi
rocchetti
di induzione
Questo interruttore
di potenza e raddrizzatore sincrono
era usato in unione
al rocchetto della figura precedente
per l'alimentazione
di tubi a Raggi X negli anni intorno
al 1930, per ricerche
sulla natura e sugli effetti di tali
radiazioni. Un motore
in corrente continua aziona un
interruttore a mercurio
a turbina (in basso), inserito sul primario,
e mette simultaneamente
in rotazione le due "spazzole"
nella struttura superiore
che, in sincronismo con le interruzioni
della corrente primaria,
producono l'inversione degli impulsi
di alta tensione secondaria
generati dal rocchetto. Questo oggetto
è alto circa
1,5 m e pesa una cinquantina di Kg. La maniglia che si vede
in basso sulla sinistra
serve per regolare i tempi di chiusura
e di apertura della
corrente primaria, e quindi l'alta tensione generata.
(Restaurato dal Prof.
G. Baggiani, Aprile 2004)
L'interno dell'interruttore
a mercurio a turbina. Il pozzetto in
basso è immerso
nel mercurio ed è posto in rotazione dal motore
sovrastante. La forza
centrifuga provoca l'eiezione del mercurio dai due
beccucci opposti (uno
di essi è visibile a ore 10) che pescano nel pozzetto e
creano il contatto
alternativamente con due opposti settori circolari fissi e
isolati dei 4 presenti.
Questi sono di forma trapezoidale, e sono solidalmente
mobili in direzione
verticale. In tal modo la lunghezza dei tempi
chiuso-aperto è
regolabile. Le correnti sono dell'ordine delle
molte diecine
di Ampére.
Questo è un reperto raro di straordinaria importanza
tecnologica e scientifica.